La progettazione della macchina della Varia, ideata nel 1900 dall’inventore palmese Giuseppe Militano, rappresenta l’unione perfetta tra la tradizione e la religiosità in un’opera unica per la città di Palmi e per il mondo intero.
Il gigantesco carro votivo simboleggia l’assunzione della Madonna al cielo. La struttura conica, riproducente le nuvole e il cielo, è rivestita di cartapesta bianca e argentea.
Seduta su un seggiolino alla sommità della struttura, a 16 metri di altezza, si trova l’Animella, rappresentata da una ragazzina che simboleggia la madre di Gesù. Sotto di lei, si trova il Padreterno, rappresentato da un giovane che la sostiene e le infonde coraggio. Sulla Varia sono inoltre presenti 30 bambini che rappresentano gli angioletti e sulla base, chiamata “Cippu” in dialetto palmese, si trovano i 12 interpreti degli apostoli.
Il carro, dal peso di circa 20 tonnellate, è formato da travi di legno incastonate tra loro con bulloni e chiodi. Cinque travi o “stanghe” sono poi aggiunte alla base e sono spinte da 200 giovani “’mbuttaturi” tradizionalmente divisi in cinque corporazioni: artigiani, bovari, carrettieri, contadini e marinai.
Gli “mbuttaturi” prendono posto sotto le “stanghe” prima dello sparo del cannone durante la “scasata”, il trasporto del carro votivo sul Corso Garibaldi, nel centro cittadino.
Con cadenza pluriennale, l’ultima domenica di agosto, si celebra la rappresentazione dell’assunzione al cielo della Madonna, che per raggiungere il regno celeste abbandona con il proprio corpo la Bara, denominata poi Vara e quindi Varia a Palmi.
La festa della Varia di Palmi ha una storia che si intreccia con la leggenda e le testimonianze raccolte nell’arco dei secoli. Essa ha origini nel legame tra la città di Palmi e Messina, dove la Vara peloritana viene trasportata ogni anno per le vie della città.
La celebrazione della festa della Varia di Palmi ha avuto inizio intorno al 1600 ed è stata sospesa nel 1872 per decreto comunale, a seguito di alcuni incidenti.
Successivamente la Varia è rinata nel 1900, grazie all’ingegno di Giuseppe Militano, inventore della Varia Meccanica, ed all’opera di Rocco Isola Pelorosso, animatore dell’evento, “Il Gran Mago della Bara“, come l’ebbe a definire lo scrittore palmese Leonida Repaci nel romanzo “Storia dei Fratelli Rupe“.
Gli “‘mbuttaturi” sono divisi in cinque corporazioni e si differenziano dal colore del fazzoletto che portano al collo: cremisi per gli Artigiani, arancione per i Bovari, giallo per i Carrettieri, verde per i Contadini, blu per i Marinai. I 200 “‘mbuttaturi” destinati a spingere la Varia vengono scelti tra tra gli iscritti all'”Associazione ‘mbuttaturi“, che riunisce le corporazioni.
Nel 2013, la Varia di Palmi è stata inserita nel patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’Unesco, insieme alla Macchina di Santa Rosa di Viterbo, alla festa dei Gigli di Nola e alla Faradda dei Candelieri di Sassari.
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